PILLOLA 15

I bambini e le regole

Novembre 2017

I bambini e le regole: negli ultimi anni si è spesso assistito ad un processo di demonizzazione delle regole, quasi esse fossero un ostacolo posto dagli adulti alla libera espressione del bambino. 

In realtà si tratta di un fraintendimento, le regole non costituiscono una limitazione nella crescita del bambino, al contrario esse sono necessarie perché costituiscono dei punti fermi che gli permettono di avventurarsi con serenità nella vita sociale. 

L’educazione alle regole è uno dei temi maggiormente dibattuti in ambito educativo.

Agli insegnanti capita spesso di parlare con genitori che si lamentano di bambini capricciosi e ingestibili, veri e propri tiranni che mettono in crisi l’intera organizzazione familiare. Ma, altrettanto spesso, questi stessi genitori sostengono che i loro figli hanno caratteri forti, alle cui richieste sono costretti a soccombere, per stanchezza. Si cede, insomma, per avere un po’ di pace.

Ma perché alcuni bambini non rispettano le regole? Il primo passo da fare, da parte della famiglia e degli insegnanti, consiste sicuramente nella comprensione di questo comportamento.

Le risposte possono essere molteplici.

Il bambino sta cercando di manifestare il suo dissenso. Spesso abbiamo la tendenza ad impartire ordini ai bambini, a dirgli quello che devono fare senza spiegargliene le ragioni: se il bambino non comprende queste regole e i divieti che ne derivano, in prima battuta, proverà a violarli. Prima di dare una regola, chiediamoci se è comprensibile al bambino, se è adeguata alla sua età. Ai bambini occorrono regole e messaggi chiari, brevi, comprensibili.

A volte, invece, i bambini ci mettono alla prova: l’adulto di riferimento, insegnante o genitore, deve dimostrarsi, come dire, “all’altezza”, e quindi essere autorevole, senza sconfinare in uno sterile e controproducente autoritarismo. “Educare – non lo diremo mai abbastanza – deriva da educere, cioè guidare senza soffocare: affetto e rimprovero, insomma, hanno uguale importanza”, sosteneva Giovanni Bollea, padre della moderna neuropsichiatria infantile.

Ma sempre più spesso, purtroppo, un comportamento non adeguato, poco o per nulla rispettoso delle regole, a casa come a scuola, esprime di un disagio. Un bambino sofferente, talvolta, non ha altro modo di esprimersi se non cercando di attirare l’attenzione su di sé. Bambini, che vivono situazioni problematiche, che non si sentono accettati e cercano di mettersi al centro dell’attenzione disturbando, facendo capricci, dispetti o scenate. Di fronte a un simile scenario, diventa fondamentale “prendere in carico” la situazione e cercare di andare alle radici del disagio rivelato dal bambino, prestando ascolto, dedicando a lui tanto tempo e pazienza.

Insomma, senza le regole, è il caos. Le regole ci sono e vanno rispettate a casa e a scuola, perché garantiscono la convivenza civile con gli altri.

Allora, come porre ai bambini delle regole? 
La cosa più importante da sottolineare è che esse devono essere condivise, ricordiamoci sempre che con i nostri comportamenti trasmettiamo ai bambini direttamente molte più cose di quante gliene possiamo spiegare a parole: l’esempio è fondamentale. 

Individuare le regole e far acquisire la consapevolezza della necessità di rispettarle è la grande sfida che affronta la scuola ogni giorno. Sono molte le pratiche che solitamente si attuano in classe o, generalmente, negli spazi scolastici per educare alle regole. Resta fondamentale che i bambini, quali attori attivi e consapevoli del percorso, restino costruttori di conoscenza anche in fatto di regole.

Un errore molto comune e molto pericoloso è quello di pretendere che il bambino accetti la regola solo perché essa viene dall’adulto, genitori e insegnanti. Questo modo di porsi non tiene conto della capacità di comprensione del bambino e, anzi, lo mortifica. Al bambino le regole vanno spiegate e motivate con pazienza e in maniera concreta, in questo modo verrà rafforzata la sua fiducia verso l’adulto ed egli acquisterà maggior sicurezza in se stesso. Dobbiamo ricordare che le regole non devono solo porre dei “no” ma proporre un comportamento corretto, devono quindi essere sempre propositive e mai semplicemente proibitive. E’ bene anche sottolineare che è indispensabile mettere in risalto l'impegno e la buona volontà ogni volta che il bimbo 'prova' (o riesce del tutto) a seguire una regola. Quando un bambino rispetta una regola, occorre sottolinearlo, questo atteggiamento agisce come rinforzo e trasmette al bambino un messaggio chiaro e positivo rispetto a quello che ha fatto. Così avrà voglia di ripeterlo in modo spontaneo.

Educare delle regole resta dunque fondamentale al fine di creare un clima sociale positivo in classe, indispensabile per ogni forma di apprendimento e per promuovere modalità di convivenza civile che sappiano valorizzare ogni individuo, nel rispetto di ogni forma di diversità. La presenza di regole condivise è il prerequisito essenziale per fondare l’appartenenza al gruppo: una delle motivazioni principali al rispetto delle regole è proprio la sensazione di far parte di un gruppo dotato di legami sociali e di identità comune.

L’educazione dei bambini è oggi molto più complessa che in passato, per una serie di ragioni: in primo luogo, esistono molteplici sistemi di valori, che spesso entrano in conflitto, inoltre, l’azione formativa delle tradizionali agenzie educative (scuola e famiglia) viene fortemente contrastata da messaggi spesso contraddittori inviati dai mass media. Di fronte a queste sfide, è fondamentale che genitori e insegnanti collaborino in modo sempre più efficace, al fine di rafforzare sistemi di regole razionali e funzionali, e soprattutto, condivisi.